Biennale

I KYRIE sono:
Piero Sciortino: chitarre, tastiere, piano,flauto dolce, armonica, melodica, voce.
Renato Martinelli: batteria, percussioni, drum machine.
Dario Sangiorgi: basso.
Roberto Vidè: tastiere.

Testi e musica: Piero Sciortino.
Realizzazione grafica: Dario Sangiorgi

Il demo è stato ideato, autoprodotto, registrato, e mixato nella piccola cantina 42D con un 8 tracce TASCAM a cassette tra Aprile e Maggio 1996.

A chi ci crede e a chi non ci crede.

 
1. BIENNALE
2. ABBANDONANDOMI
3. IL NOSTRO AUTUNNO
4. L’UOMO SENZA NOME
5. ALTROVE ED OLTRE
6. DENTRO QUESTO MALE
7. LEGGENDO WOLFRAM
    VON ESCHENBACH (favole)
8. REGINA DA 1000 ANNI
9. NASCOSTO AD OGNI COSA
10. I  7 RINTOCCHI
11. FA FREDDO E NEVICA
12. 29/12/1993

1. Biennale


Kirchner, Edward Munch, Duchamp,
Gustav Klimt, Derein,Steiner,
Leger, Gris, F. Kline,
Paul Klee, Otto Dix, Mondrain, Warhol.
Brueghel, Delacroix, Kosuth,
Turner, Tottin, Pollock,
Goya, Kandinsky,
Arman Estes, Luthi, Manet.
Correnti appese tele appese,
su muri grigi decadenti,
correnti appese tele appese
su muri grigi decadenti, sofferenti.
Kirchner, Edward Munch, Duchamp,
Gustav Klimt, Derein, Steiner,
Leger, Gris, F. Kline,
Paul Klee, Otto Dix, Mondrain, Warhol.
Correnti appese tele appese,
su muri grigi decadenti, sanguinanti
correnti appese tele appese
su muri grigi sanguinanti, fatiscenti.
Correnti appese, tele appese,
su muri grigi decadenti, sanguinanti
correnti appese alla memoria evanescente
correnti appese come i ceri
per i morti il 2 novembre

2. Abbandonandomi


Ricerco abbandonandomi
memorie lontanissime.
E’ come espandersi piano
senza nemmeno muoversi.
E’ strano il mio procedere
contrario al senso del tempo.
Ed è allontanandomi
che vecchie cose tornano.
Ed è in me che tornano
emergono coscienti e lucide.
Ed è in me che tornano
fissandosi per sempre restano.
Nella  mia assenza si rincorrono
nel mio abbandonarmi scendono.
Ed è come aver perso secoli.
Ed è come non essere più qui.
Qui.


3. Il nostro autunno

Dimentica, dimentica
non eri tu, non eri tu
nascondimi, nascondimi
per sempre, per sempre.
Ecco il nostro autunno
inguaribile
sfoglia i nostri sensi
come gli alberi.
Dimentica, dimentica
non ero io, non ero io.
I pensieri in ombra
fasci in turbine
come sembra inutile
ricordare, ricordarti
quando tutto lacrima
nell’assenza di memoria.


 4. L’uomo senza nome

Queste strade tra i palazzi disorientano,
sono linee senza spazio claustrofobiche.
Le finestre mille specchi che proiettano
rimandandomi cambiata una vecchia immagine
di me, di me, di me
che mi osserva da una stanza
e guardandomi senza espressione
si dissolve per poi restare.
Le sembianze estranee
di quella maschera
non mi appartengono più
quasi come fossero già state cenere
diecimila anni fa.
Ho riso di me
come se io non capissi
che ho riso di me
come se si trattasse di un altro.
Le sembianze estranee
di quella maschera
non mi appartengono più
quasi come fossero già state cenere
diecimila anni fa.
Ho riso di me
come se non percepissi
che ho riso di me
quasi fossi perduto da sempre.


5. Altrove ed oltre

Ho sete d’aria sul ponte dei miracoli
padre madre
l’altezza rende immemori;
dolente cedo all’acqua
che da sotto chiama
è sangue l’acqua
è il vuoto che purifica;
volti estranei ridono di me
osservandomi ridono di me.
Da sopra, dall’alto, sopra, dall’alto.
Volti estranei ridono di me
osservandomi ridono di me.
Da sopra, dall’alto, da oltre richiami silenti.
E’ il cielo che chiama
non l’acqua né il vuoto
altrove ed oltre lontano da tutto
è il cielo che inghiotte
non l’acqua né il sangue, sangue
non l’acqua né il sangue.


6. Dentro questo male

Come ti ha cambiato il tempo
stento a riconoscerti.
Eri colui che mi accompagnava
che mi accompagnava ovunque andassi.
Tu stesso non ti ritrovi
nascosto come sei
smarrito come sei
dentro questo male.


7. Leggendo Wolfram Von Eschenbach (favole)

Echi di vecchie favole
e d’incantesimi
mi si avvicinano.
Bocche di trascendenti re
che contorcendosi si trasfigurano.
Chiamandomi, parlandomi
regine e fate cadono trascinandomi.
Ferendomi, ferendomi
donne velate danzano accerchiandomi.
Corpi di saltimbanchi che
si assottigliano disorientandomi.
Occhi da dietro gli angoli
mi riappaiono incomprensibili.
Fissandomi, fissandomi
clownesche vesti ruotano eclissandomi.
Aprendomi, aprendomi
forme sospese e bambole si colorano.
Chiamandomi, parlandomi
regine e fate cadono trascinandomi.
Ferendomi, ferendomi
donne stregate ballano circondandomi


8. Regina da 1000 anni

Regina eterna da 1000 anni.
Le tue mani scoprono
come guanti lugubri
la tua decadenza.
I tuoi gesti investono
come ruote lucide
di cristallo e vetro.
Scivolavi debole
in chi ormai non è;
attendevi pallida
che io non restassi più.
Cedo al senso di perso
di chi ormai non vive
e nemmeno lo vuole.
Tu regina eterna tu,
tu da 1000 anni ormai
un’ alba silente.
Dondolavi debole
su chi ormai non è;
galleggiavi eterea
sul tuo lento opprimermi


9. Nascosto ad ogni cosa

Cade neve senza forma
sul tuo viso ormai bianco, spento.
Dov’è il tuo sguardo strano?
Dov’è ciò che guardavi?
Nascosto ad ogni cosa ma non a me.
Dov’è il tuo corpo lieve?
Dov’è ciò che cercavi?
Nascosto ad ogni cosa ma non a me.
Cade neve senza forma.
Dov’è il tuo sguardo strano?
Dov’è ciò che guardavi?
Nascosto ad ogni cosa ma non a me.
Dov’è il tuo corpo lieve?
Dov’è ciò che cercavi?
Nascosto ad ogni cosa ma non a me.


10. I 7 rintocchi

Sette rintocchi governano l’opera
piegano e annullano la volontà.
Leggi distanti condannano a nascere
schiavi incoscienti del cerchio che limita.
Negami quello che ho mano lontana tu
spiegami quello che ho voce immortale tu
ridi ancora.
Tombe viventi sepolte da secoli
sfilano sazie di ciò che non è.
Anime morte affondano immemori
in mali eterni, in sepolcri di cenere.
Toglimi quello che so mano lontana tu
negami quello che ho voce cosciente tu
ridi ancora.
Deo exaudi preces, Domine;
locus iste a Deo factus est;
Deo exaudi preces, Domine.


11. Fa freddo e nevica

Ti guardo leggere
fa freddo e nevica.
Tutto quello che sei
è in calmo e dondola.
Posati in me,
cullami.
Dicevi parlami
ti prego parlami
e adesso che potrei
fa freddo e nevica.
Scendimi dentro,
sfiorami
cullami.
Ti guardo ridere
è inverno e nevica.
Tutto quello che hai
si spande e gocciola.
Posati in me,
cullami
scendimi dentro, dentro.


12. 29/12/1993

Strade solo strade e neve
tutto attorno è lento e bianco
tu scendi dal tuo cielo e ridi
ridi del mio viso stanco.
Niente non è niente il mondo
questo m’ insegnavi un tempo
adesso è proprio niente il mondo
mentre io ti cerco dentro

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